La Chiesa di San Nicola (detta anche di San Niccolò) è ubicata sulla riva destra sulla riva destra del fiume Chiascio, accanto al ponte di Bastiola.
Storia
La piccola chiesa, dedicata a san Nicola di Bari (270 ca. – 343), vescovo di Myra (Turchia), è oggi incorporata in un’abitazione privata che apparteneva alla famiglia Ridolfi, ai quali attualmente rimane la sola cappella.
La chiesa, edificata probabilmente dopo il Mille, è attesta per la prima volta in documento catastale del 1354, dove è menzionata come Sanctus Nicolaus de Ponte Claxi. L’edificio era in origine inglobato in un ospedale, detto Hospitale Pontis Chiascii, destinato all’accoglienza e all’assistenza temporanea dei forestieri e pellegrini in transito lungo la strada tra Perugia e Assisi. Inoltre, è citata in altri due documenti di particolare interesse storico:
un inventario del 1593, dal quale si apprende che la chiesa – indicata come Nicolò dell’Isola Romanesca – fino al 1575 era soggetta alla pieve di Sant’Angelo e che successivamente venne affidata ai Frati Minori Conventuali;
la Pianta della Terra appartenente alla chiesa, redatta nel 1673 dal geometra Giuseppe Lolli per essere allegata a un atto notarile, dove si evince che la proprietà era stata data in enfiteusi nel 1534 a un certo Baldo di Simone da Lucca.
Lo storico Antonio Cristofani nella Storia della Bastia Umbra (1872) riferisce che, da un’iscrizione dipinta fatta qui eseguire nel 1708 dall’abate Francesco Angelini di Assisi, si rileva che la chiesa (insieme a quella di Santa Lucia) era stata poco tempo prima ricostruita per cura dell’abate Bernardino Simbeni da Rimini, il quale ne godeva le prebende (ossia, i redditi).
Descrizione
Nella chiesa, che si presenta a pianta rettangolare con dimensioni ridotte rispetto a quelle originali, si conservano, di particolare interesse storico-artistico:
alla parete di fondo, al centro, pala d’altare con San Nicola di Bari (fine XVII secolo), olio su tela, di ambito umbro: il santo è raffigurato in abiti vescovili con mitria e con in mano un libro su quale sono poste tre palle d’oro, in ricordo dell’episodio in cui salvò dalla prostituzione tre ragazze povere donando loro di nascosto altrettante borse d’oro per la dote.
alla parete di fondo, al centro, dipinto con Santa Maria Maddalena (XIX secolo), olio su tela, di ambito umbro: la santa è presentata con in mano con un vaso d’unguento con cui profumò i piedi di Gesù Cristo e si recò al suo sepolcro dopo la crocifissione.
ai lati dell’altare, su mensole, coppia di Statue di san Francesco e santa Chiara d’Assisi (XVIII secolo), in legno intagliato ricoperto con gesso dipinto, di ambito umbro.
sulla controfacciata, a destra, Acquasantiera (XV secolo), in pietra scolpita, di ambito umbro: l’oggetto è l’unica testimonianza che rimane della chiesa primitiva.